DISTURBI ALIMENTARI NEGLI ATLETI: UN PROBLEMA CHE HA UN PESO
Tema purtroppo molto attuale, i disturbi alimentari si stanno diffondendo troppo velocemente,
insieme ad altri disturbi psichiatrici della persona. Attualmente sono migliaia i casi di dca nel
mondo. Tra questi, non mancano gli atleti.
Anche se l’argomento è sempre difficile da affrontare e alcuni atleti fanno fatica a parlarne,
soprattutto negli sport dove il confronto tra gli atleti è suddiviso in categorie di peso,
avvertiamo da diversi anni una reale consapevolezza.
Gli allenatori non sempre sono consapevoli di ciò che possono dire ai loro atleti: -“Si vede
che hai mangiato bene questo fine settimana”, “Sei troppo grasso” – tutto questo ha
chiaramente un effetto controproducente e un impatto enorme sulla mentalità di uno sportivo
e non.
Più l’atleta è vulnerabile, maggiore è il rischio di provocare comportamenti alimentari
problematici. Bisognerebbe desacralizzare il peso e sgombrare le convinzioni che implicano,
ad esempio, che un peso ridotto sia garanzia di prestazione e di bellezza.
È necessario un regolare lavoro psicologico e, in determinati momenti della vita, fare il punto
su come guardiamo il nostro corpo, al fine di assicurarci di rimanere benevoli nei suoi
confronti.
“Mi pesavo 15 volte al giorno, le allenatrici mi insultavano se non dimagrivo. Era un incubo”
dichiara Nina Corradini, ex farfalla azzurra.
Umiliazioni verbali che l’atleta ha deciso di raccontare adesso, un anno e mezzo dopo che è
riuscita a uscire dal "circolo vizioso", come lo definisce lei.
Nina quotidianamente veniva pesata con le altre compagne, "in mutande e davanti a tutti,
sempre dalla stessa allenatrice", che segnava i dati su un quadernino ed emetteva il proprio
giudizio: "Vergognati", "mangia di meno", "come fai a vederti allo specchio? Ma davvero
riesci a guardarti?". Una sofferenza".
Ma Nina purtroppo non è sola.
Dopo 10 anni l'ex campionessa mondiale di ritmica Giulia Galtarossa rompe il silenzio sulle
umiliazioni e sugli abusi psicologici subiti dallo staff della Nazionale italiana.
In un’intervista Giulia afferma con dolore “Io costretta a spogliarmi davanti a tutti, mi
chiamavano maialina”
A seguito delle denunce delle farfalle ha parlato il presidente del Coni Malagò: "Nella
ginnastica un certo grado di rigore sul peso è inevitabile. Diverso è quando diventa violenza
e umiliazione"
"Come presidente del Comitato olimpico e punto di riferimento dello sport italiano sento
l'obbligo di chiedere scusa a tutte le atlete ed ex atlete che hanno sofferto a causa di
comportamenti inappropriati" ha affermato in un’ intervista a Repubblica Giovanni Malagò. Il
numero uno del Coni si dice sorpreso e addolorato per quanto emerso dall'inchiesta di
Repubblica sulle violenze psicologiche sulle ragazze o, meglio, sulle bambine della
ginnastica ritmica. E alla fine promette due cose: chi ha sbagliato verrà punito; qualcosa a
livello regolamentare cambierà senza dubbio.
E’ una promessa che tutti speriamo verrà mantenuta.